lunedì 8 gennaio 2018

ADDIO, GIUDICE FERDINANDO IMPOSIMATO


ADDIO,


GIUDICE 
FERDINANDO IMPOSIMATO 



Dinaweh


Nell'Italia delle stragi impunite che il giudice Ferdinando Imposimato aveva così pervicacemente denunciato, nulla è mai trapelato dal megafono corrotto del mainstream nazionale, nulla dalle loro fake-televisions che imbrattano l'ormai ex-tubo catodico delle più 'trendy' flat screen-tv! Quei gingilli tecnologici, diffusori di menzogne e idiozie, che arredano la quasi totalità delle case di tutto il pianeta (non escluse le baraccopoli del Terzo/quarto mondo), con particolare riferimento a quelle del popolo bue italiota, prostrato e ipnoticamente rimbecillito davanti alla loro effigie (il più figo vitello d'oro del momento), si sono sempre ben guardate dal redigere informazioni coerenti e veritiere sugli ultimi cinquanta-sessant'anni di storia nazionale (sempre ammesso che una nazione qui sia mai esistita... Forse del Bel Paese meglio sarebbe ribadire con il Metternich: "l'Italia? Un'espressione geografica...", con buona pace dei massoni clericali dell'unico vero stato facente funzioni, quello del Vaticano e dei loro amici mafiosi d'oltreatlantico)...

Voglio qui far notare come le voci di quei grandi uomini, prive di interessi e affari di ogni sorta, siano da sempre lontano dai riflettori mediatici, a differenza di quelle dei perigliosi e infausti burattini collocati lì dal sistema dei tecno-burocrati di Bruxelles, i quali, non appena scoreggiano idiozie dall'orifizio anale superiore, subito riscuotono l'attenzione del grande pubblico, fungendo da ripetitori di egregore asfittiche e programmate per la massa addormentata dei loro schiavi-elettori. 

Ferdinando Imposimato ci ha lasciato. 

Non fosse per l'età avanzata, potrebbe persino venire il sospetto che nell'Italia delle prebende, degli interessi privati e degli omicidi su commissione (vedi Aldo Moro), essendo lui contrarissimo ai vaccini obbligatori - e quindi non avendo corso il rischio di avvelenamento da quelli - possa essere stato avvelenato intenzionalmente da tutti quelli col culo sporco e la bocca imbavagliata da interessi personali e istituzionali, che mal sopportavano il suono delle trombe di Gerico scaturire da una mente fervida e da un animo incorruttibile come quello dello scomodissimo giudice. 






"Morto un Andreotti se ne fa un altro", potremmo sentenziare, senza tema di smentita... In effetti nessun organo istituzionale, né partito politico si è mai guardato dal dare voce, in tutta la storia repubblicana, all'appassionata e professionale indagine del nostro magistrato sui mandanti le stragi, da quella di piazza Fontana a quella di piazza della Loggia e della stazione di Bologna, per non parlare del delitto Moro, della collusione tra i servizi segreti americani, il Mossad e la mafia, la massoneria nostrana, gli intrallazzi del Vaticano e della politica italiana e il loro complice silenzio sulla scomparsa di Emanuela Orlandi; e che dire ancora delle conclusioni persino ovvie circa il false flag delle torri gemelle di New York, che videro Ferdinando Imposimato tra coloro (i pochi) che denunciarono al Tribunale internazionale penale dell'Aja tale operazione come una vera e propria strategia del terrore, atta a giustificare la guerra infinita cui seguì e che ancora oggi incendia il mondo? 
Che cosa sanno gli Italians dell'inganno durevole, perpetrato ai loro danni e che ne potranno mai sapere, dal momento che sono complici e assuefatti dai loro padroni, distolti continuamente da telegiornali che assomigliano sempre più a rotocalchi da strapazzo, tipo "Stop" o "Novella 2000", nel propinare continuamente domestici serial killer familiari, piuttosto che di ascoltare sulle tre reti nazionali le stesse addomesticate notizie, confezionate a Washington e riportate pari pari dall'ANSA 'nazionale'? Di quale giornalismo si sta parlando? Esiste ancora? E' mai esistito? Il giornalismo d'inchiesta o quello degli inviati nelle zone di guerra lo ricordo legato a figure come Pierpaolo Pasolini, Enzo Biagi o Tiziano Terzani, ognuno diverso dall'altro per orientamento culturale, ideologico e politico, ma ognuno mosso dall'autentica ricerca delle fonti, dalla passione per un mestiere che si faceva sul campo, dove era più bravo chi arrivava prima a carpire le notizie e a commentarle.

L'ultima battaglia civile cui il giudice Imposimato non si era voluto sottrarre è stata quella contro la legge sull'obbligo di vaccinazione di massa, perché "qualsiasi provvedimento sanitario obbligatorio, è contrario alla libertà di scelta dei cittadini", citando lo stesso statista Aldo Moro.
Ferdinando Imposimato è ed è stato uno degli ultimi Grandi Vecchi che hanno visto sorgere questo Paese dalle ceneri del fascismo e della seconda guerra mondiale; con lui se ne va un pezzo importante della memoria storica delle ultime generazioni di quel periodo e, soprattutto, se ne va quella memoria testimoniale che indusse i padri fondatori della Carta costituzionale a non dimenticare gli obbrobri della guerra, con la promessa di fondare la nuova società repubblicana su valori come quello della libertà, della giustizia e dell'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. 






Oggi abbiamo l'impressione di essere tornati indietro da tutti i punti di vista, anche per ciò che riguarda la mancanza di futuro e di senso per le giovani generazioni! Occorre dunque sostituire prontamente personaggi come Ferdinando Imposimato con anime pronte a dire la verità e disposte anche a morire per essa, come aveva dimostrato lui stesso durante gli anni più bui della repubblica, fino al suo ultimo respiro! 


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