lunedì 25 aprile 2022

La "scuola-azienda", i servi obbedienti e la scomparsa dell'Ego Sum


LA "SCUOLA-AZIENDA"


I SERVI OBBEDIENTI
E LA SCOMPARSA DELL' "EGO SUM"


Dinaweh



Pubblicavo questo mio scritto nel 2017. Siamo quasi alla fine di questo ennesimo anno scolastico. Dopo la morte civile della categoria degli insegnanti e del loro appiattimento intellettuale ai diktat di un regime senza valori e senza scrupoli, completamente inebetiti e assuefatti dalla narrazione prevalente, essi hanno definitivamente abbandonato ogni spirito critico, semmai l'hanno avuto, ogni barlume di intelligenza e creatività, che dovrebbe essere il primo assunto per poter accedere a qualsiasi tipo di cattedra, per poter restituire verità e coltivare immaginazione nei giovani e nei ragazzi loro affidati: per esser loro soprattutto, un esempio di coerenza e una fonte inesauribile di risposte alle molteplici domande di chi si affaccia con entusiasmo alla vita.
Lo dico da ex insegnante, quale sono stato, una tra le tante attività e opere svolte nella mia vita. Lo dico con amarezza, per aver scelto di non esser più complice di questo scempio organizzato, già a partire dal settembre 2020; ho visto questi ragazzi, questi bambini abbandonati a se stessi, vittime di un sistema scolastico che, come dice un carissimo amico "funziona benissimo e non ha mai funzionato meglio di così"!
Un sistema organizzato sin dalle sue origini secondo una logica militare, una logica basata sulla competizione, sul premio e sul castigo; un sistema punitivo con i divergenti e compiacente con chi si assuefà alle decisioni normate d'imperio da una classe dirigente che tutto ha a cuore fuorché la formazione intellettuale, umana e spirituale delle giovani generazioni.
Una scuola oggi pensata nientemeno che come "azienda", ove si coltivano generazioni di semianalfabeti, atti a lavorare, possibilmente gratis e con la testa china; una scuola da cui si vuol far scomparire lo studio della storia, della filosofia, della letteratura, considerate "materie" obsolete, inutili e persino pericolose!  







Scuola-azienda... 
Mercato... 
Azienda-mercato...
"progetto scuola-lavoro", fabbrica di automi, decerebrati e disconnessi da se stessi e dal proprio mondo interiore. 
Ma di chi sto parlando, indovinate? 
Degli studenti o dei loro "insegnanti"- prof.? 
Secondo voi?
E se parlassi di entrambi? 
Entrambe le due "categorie merceologiche" vittime e carnefici di loro stessi al tempo stesso!
Mi sono chiesto dove fossi capitato, se in una fabbrica di pazzi o se proprio in un mondo di pura follia...
Registri elettronici, messaggi mail a cascata plurigiornalieri, argomenti delle lezioni, note disciplinari, appelli...

E dei ragazzi, chi se ne occupa? Dove sono finiti i loro sguardi? Chi osserva i loro occhi? Chi si assume l'onere di accompagnare come un vero Maestro il loro smarrimento esistenziale verso la gioia della vera Conoscenza!? A parte "la programmazione", le verifiche, le interrogazioni, le note disciplinari, i trimestri, i quadrimestri e i pentamestri..., chi si occupa di loro, delle loro attese, delle loro domande senza risposte, perché intanto nessuno gliele fa, dei loro sogni infranti, delle loro delusioni, della loro solitudine, delle loro amarezze di giovani-adolescenti, dei loro amori, della loro voglia di essere ascoltati, accarezzati, coccolati e 'visti', del loro desiderio di sentirsi coinvolti, del loro 'chissenefrega della filosofia se non mi cambia la vita' e chissenefrega della storia, della matematica e della fisica...
Terribile scenario quello che mi si è presentato davanti, nel momento in cui ho accettato l'incarico di supplente per le ore di filosofia in un liceo scientifico ligure, io stesso supplente della supplente della supplente!
Basterebbe questo per chiudere il discorso sulla scuola, alla faccia della continuità didattica.
Eppure, anche questo apparirebbe come l'aspetto meno drammatico di tutta la situazione.




La supremazia della tèchne
e il tramonto dell'etica

Nel mondo delle macchine e della "tèchne", del controllo a distanza e delle decisioni prese altrove, rispetto al luogo e allo stato in cui le cose sono esperite e vissute, l'uomo si limita ad un "servizio passivo", potremmo dire, funzionale ad un sistema che tutto fagocita, ingloba od espelle, a seconda che tale 'servitore' sia referenziale allo stesso, o ne venga giudicato altrimenti come il granello imbarazzante e pericoloso che s'insinua negli ingranaggi della macchina, impedendone l'automatismo a scapito dell'efficienza e del controllo stabiliti e imposti 'altrove'.
Pensate dunque che la scuola, come qualsiasi ambito lavorativo, possa risultare immune a questo processo indotto e pianificato 'a distanza'? 
Chi ancora non ritenga la realtà dello stato delle cose esistente, o peggio ancora pensi a questo punto alla teoria del complotto, dimostra di essere già stato del tutto inglobato e digerito e, a fine corsa, si prepari ad essere trasformato in concime fertile al sistema stesso che lo aveva manipolato e assuefatto da morto-vivente. 
Gli insegnanti come i medici, appaiono oggi sempre più come meri esecutori di "ordini" presi altrove (vedi campagna di vaccinazione di massa, dietro lauti compensi e regalie), come i dottori in agraria che eseguono e impongono la lista della spesa dei loro padroni, le multinazionali chimiche e farmaceutiche, ai loro altri meri esecutori materiali, i salariati della terra, i giudici, i politici, gli economisti...

Essere meri esecutori di un piano che sempre più risulta essere 'contro l'uomo', alla stessa stregua dei carnefici nazisti, i comandanti responsabili dei campi di sterminio, ai quali veniva chiesto di gasare milioni di uomini, donne e bambini, in nome di un'obbedienza cieca e servile, che non ammetteva obiezioni, né scrupoli di coscienza. 
Alle domande poste loro dai giudici di Norimberga infatti, su come si sentissero per essere stati gli esecutori materiali di simili barbarie, quelli rispondevano: "Come vuole che mi sentissi? Che domanda è questa? Io eseguivo gli ordini e dovevo essere 'efficiente', per non intasare l'ingranaggio e continuare a fare il mio dovere!".

Questa stessa cieca obbedienza vige ugualmente nelle nostre attuali società, in modo talmente parossistico, da far apparire il periodo nazista, come un teatrino di provincia, una prova generale di quello che avrebbe continuato ad essere pianificato dall'economia capitalistica del XXI secolo, senza sconti e senza condizioni.
Il capitalismo e la globalizzazione non concepiscono più l'etica; essa non è più funzionale e quindi viene sacrificata sull'altare della produttività e della competitività. L'uomo esiste in quanto servo obbediente e funzionale, fino a quando non verrà sostituito in toto dai più 'funzionali e resistenti' robot, su larga scala. 
Lo stato di diritto si prostra prima e poi scompare del tutto, di fronte al vitello d'oro delle multinazionali e delle corporations, a loro volta a servizio della finanza e del profitto di pochi individui padroni delle sorti del mondo. L'individuo come entità giuridica e fisica si annichilisce e si estingue di fronte alla nuova era del profitto e del potere tout-court. 
L'uomo esiste esso stesso soltanto come "categoria merceologica", in quanto consumatore e schiavo dello stesso ingranaggio che lo ha previsto e selezionato come tale. 



La scuola-azienda, metafora della società 
e la sub-coscienza programmata

Ecco che la scuola diventa la metafora di tutta la società; essa diventa il modello attraverso cui le giovani generazioni vengono piano piano sacrificate al grande Moloch del profitto e della sub-coscienza programmata.
I nazisti identificavano con disprezzo una razza da loro considerata inferiore, sulla quale dirottare tutte le colpe come una razza di 'sub-umani' (Untermensch), gli Ebrei. Oggi questa stessa visione viene rivolta ed estesa a tutta la popolazione mondiale attraverso le premesse ideologiche-funzionali fin qui descritte.

Ottenere dei servi sub-coscienti e programmarne il loro fedele asservimento per tutta la loro vita attraverso molteplici strumenti di assuefazione: la scuola azienda! Quale miglior termine concettuale per stabilire e far passare l'idea che sin dalla culla fino alla tomba l'individuo sia esclusivamente ascrivibile alla funzionalità e alla produttività di un sistema-altro, che non sia più prevedibile né esercitabile nell'intimità della propria coscienza e del proprio libero arbitrio in quanto Ente di per sé! Ciò assumerebbe di fatto ancora una categoria ontologica dell'essere umano, capace di decisioni libere e indipendenti, giudice e padrone di se stesso nell'esercizio del proprio libero arbitrio di fronte a qualsiasi attentato esterno alla libera capacità di scelta personale. 
Il paradosso ormai è accettato non più come tale, ma come prassi di ordinaria amministrazione, come doxa
La scuola-azienda infatti prevede il pacchetto "scuola-lavoro", ove i ragazzi sono obbligati (possono rifiutarsi, ma questo andrebbe ad inficiare il loro curriculum studiorum e quindi il loro futuro inserimento nel mondo lavorativo, ammesso che ce ne sarà ancora uno) a svolgere mansioni lavorative presso altre aziende per un totale di ore stabilite, a titolo del tutto gratuito! E così, dei Minori vengono fatti lavorare per questa o quella azienda, gli amici degli amici dei politici emergenti, abituandoli già a lavorare gratis, ancor prima della maggiore età. E poi? Ma non dovevano studiare a scuola? Che cosa c'entra il lavoro? Tra interrogazioni, verifiche, compiti a casa, pagine e pagine da studiare sui libri di italiano, storia, scienze, filosofia, fisica, matematica, informatica, sport... anche il lavoro gratuito?!
Potrei continuare nella lista delle beffe, cui gli stessi insegnanti sono sottoposti; divisi in tre fasce nelle graduatorie scolastiche ministeriali, alcuni più garantiti degli altri, ove il numero dei precari rappresenta la metà dei dipendenti della scuola pubblica..., anzi no, della scuola-azienda!

Come uscire quindi da questo labirinto? Occorre a mio avviso convertire decisamente la rotta, riappropiarsi dell'Ego Sum, del proprio 'sentire personale', occorre esprimere sempre e comunque il primato della Coscienza, su tutte le leggi, le convenzioni accettate passivamente come doxa e scendere dalla nave dei folli su cui tutti ci troviamo imbarcati, prigionieri inconsapevoli di noi stessi alla deriva.
Non credo ci siano più gli spazi di manovra che potevano consentire ai nostri predecessori, dotati del lume della saggezza di poter contribuire a migliorare dall'interno lo stato delle cose. Ormai il cancro è endemico e radicato a tal punto in ogni tessuto dell'organismo sociale che l'unica possibile cura risulta essere l'abiura sistemica della stessa civiltà che lo ha prodotto.



L'uscita dal gregge?
Essere "Rivoluzionari"

Uscire dal 'gregge', parola tanto amata dalla ministra-pecora Lorenzin, appare oggi come l'unica via possibile alla coscienza che ancora si interroga e non vuole desistere davanti al calcolo e all'ingordigia della tèchne; una tecnologia figlia della Ragione che aveva indotto l'uomo a manipolare la natura grazie al sapere scientifico; mai prima d'ora la scienza e la tecnologia, anima e non strumento della prima, erano riuscite a sopravanzare così tanto il limite stesso dell'uomo. Oggi il loro potere si presenta come assoluto, cioè ab-solutus, sciolto da ogni limite e da ogni necessità. Esso ha l'assunto di stritolare e frantumare tutto ciò che gli sia di impedimento al raggiungimento del proprio obiettivo di "funzionalità, fine a se stessa" (essa non ha alcuno scopo, se non quello di 'potenziare' se stessa). 
L'artifizio luciferico della tèchne porta all'apice il traguardo della conoscenza. L'albero della conoscenza e la mela proibita del Paradiso terrestre ora stanno di fronte all'uomo che, a pegno di tale dominio e potere, accetta il rischio di perdersi definitivamente, non solo come anima-individuale, ma anche a livello collettivo e planetario come civiltà umana-umanoide in questo quadrante dell'Universo.

Cosa fare dunque per evitare il rischio della catastrofe?

Portare nelle coscienze un moto di rivoluzione uguale e contrario al moto delirante verso cui l'umanità oggi sembra dirigersi a capofitto: essere rivoluzionari! 
Esserlo significa quindi non accettare lo status quo e costruire un nuovo modello di convivenza pacifica, solidale, ma al tempo stesso determinata e ostile ad ogni forma di sopraffazione, essere rivoluzionariamente ostinati e contrari alla massificazione e alla mercificazione dell'individuo, reso schiavo dal consumo e dall'ignoranza indotta dagli strumenti della tecnologia mediatica.

Occorre partire da una scelta individuale, che scaturigini da una reale presa di coscienza, da una costante ricerca della verità; occorre "passare al bosco", come avrebbe detto Ernst Junger e poi estendere la bontà della propria scelta 'per osmosi' ad un gruppo di Eguali, Sodali e Coscienziosi: uomini e donne di verità, di educazione, di medicina, di coscienza. Non a caso in questo periodo così lugubre scaturiginano esperienze di condivisione, come gli asili nel bosco, come le scuole steineriane e montessoriane, che vengono riesumate dal sonno dell'inebetimento generale e collettivo indotto dalla massificazione televisiva e dal consumismo di massa.

Dinaweh








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