lunedì 13 febbraio 2017

MITE O AGGRESSIVO? CARNIVORO O VEGETERIANO ?

MITE O AGGRESSIVO?



CARNIVORO O VEGETARIANO?




Traggo da un testo di Max Heindel, "Insegnamenti di un iniziato", delle pagine significative anche per l'uomo di oggi, nonostante siano state scritte alla vigilia della Prima guerra mondiale! 
Prendete il primo capoverso: sembra scritto ieri, date le condizioni in cui si trova l'umanità attualmente, ove lo spettro della guerra si aggira ancora per il mondo, più nefasto e terribile che mai. 
Attraverso un breve excursus delle varie epoche che videro l'uomo stabilire il suo primato sulla Terra tra gli esseri viventi, il nostro autore spiega come e quando si sia arrivati alla dieta carnea e all'introduzione del vino nell'alimentazione umana e come ciò abbia innescato un processo di aggressività e violenza tra le popolazioni che più ne fecero uso, sino ad arrivare alla civiltà occidentale odierna, ove l'abuso di alcool e della dieta carnea rappresenta, a livello endemico, un fattore scatenante di violenza e aggressività.

Dinaweh  



PACE SULLA TERRA

di Max Heindel

Un mondo stanco di guerra, rosso per il sangue di milioni di vittime, con la speranza nell'avvenire, con il fiore della gioventù in piena vitalità, questo mondo geme agonizzante, implorando la pace, non un armistizio, non una temporanea cessazione delle ostilità, ma una pace duratura. Questo mondo si sforza di conseguire questo fine così ardentemente desiderato. Purtroppo, per la sua cecità e per l'ignoranza della grande causa fondamentale della crudeltà dei popoli, a mala pena nascosta da un leggero strato di civiltà (prima che si manifestasse sotto forma di vulcano distruttore, cosa di cui siamo stati recentemente testimoni e di cui oggi ci lamentiamo) si rivolge alla sicurezza armata.

Finché non sarà compreso il rapporto esistente tra alimentazione e natura umana e finché questa conoscenza non sarà impiegata nel domare le passioni, fino all'estirpazione della crudeltà, non potrà esservi una pace durevole. Nei tempi remoti della nostra esistenza, quando l'uomo in formazione operava in armonia con le direttive delle Gerarchie Divine che lo guidavano nel sentiero evolutivo, l'alimentazione fornitagli era tale da sviluppare i diversi veicoli in modo sistematico e ordinato. Con il tempo, questi veicoli sarebbero migliorati sino a diventare uno strumento composito, utilizzabile come tempio dello spirito interiore, che avrebbe potuto, da allora, entrarvi e apprendere le lezioni della vita, attraverso una serie di rinascite in corpi terrestri, di natura sempre più perfezionata e pura.

Si possono indicare cinque grandi fasi, o epoche, nel corso di questo viaggio progressivo dell'uomo sulla terra.
Durante la prima epoca, l'Epoca Polare, l'uomo possedeva solo un corpo denso, simile ai nostri minerali; esso era formato di sostanze minerali; perciò la Bibbia afferma che Adamo fu plasmato con la polvere della terra.
Nella seconda epoca, o Epoca Iperborea, fu aggiunto un corpo vitale, così che l'uomo in formazione era costituito come le piante attuali; non era una pianta, ma era simile a una pianta. Caino, l'uomo di quel tempo, è raffigurato come un agricoltore; la sua alimentazione proveniva esclusivamente dai vegetali, in quanto le piante contengono molto più etere di qualsiasi sostanza.
Nella terza fase, o Epoca Lemurica, l'uomo sviluppò un corpo del desiderio, veicolo passionale suscettibile di emozioni; aveva, allora, una costituzione simile a quella degli animali. In quel tempo, alla sua alimentazione fu aggiunto il latte, perché questa sostanza è più facilmente utilizzabile dalle emozioni. Abele, l'uomo di quel tempo, è descritto come un pastore, ma non è detto che uccidesse per nutrirsi; la Bibbia parla di Nemrod, l'uomo di quel tempo, come di un abile cacciatore.
Con l'uso di questi diversi alimenti, l'uomo scese sempre più profondamente nella materia; il suo corpo eterico primitivo costruì uno scheletro interno e l'uomo divenne solido; contemporaneamente, però perse gradualmente la percezione spirituale. Ma il ricordo delle condizioni celesti rimaneva in lui; egli si rendeva conto di essere esiliato dalla sua vera casa, il mondo celeste.
Per fargli dimenticare quelle reminiscenze e costringerlo ad applicarsi totalmente alla conquista del mondo materiale, nel corso della quinta epoca, o Epoca Ariana gli si aggiunse un nuovo alimento, il vino.

Proprio per l'uso di quel falso spirito, che è l'alcool, fatto nei millenni trascorsi da quando l'uomo è uscito dall'Atlantide, le razze umane più progredite sono anche le più atee e materialiste. L'ebbrezza regna sovrana e per quanto una persona possa affermare, con assoluta sincerità, di non aver mai assaggiato un liquore in tutta la sua vita, è tuttavia certo che il corpo in cui si trova proviene da antenati che, per millenni, si sono abbandonati all'uso di bevande alcoliche, in proporzioni che non avevano limiti. Questa è la ragione per cui gli atomi, che compongono attualmente i corpi occidentali, sono incapaci di vibrare al grado necessario per la conoscenza dei mondi invisibili, come invece era possibile prima, quando il vino non era ancora stato aggiunto all'alimentazione umana. Così pure, per quanto attualmente un fanciullo possa essere allevato con un regime esente da carne, egli avrà sempre la natura crudele dei suoi antenati, divoratori di carne da milioni di anni, anche se in proporzione inferiore rispetto a coloro che persistono nel regime carneo. L'effetto di questa alimentazione carnea, data all'uomo in formazione, è perciò profondamente radicato anche in chi non ne fa più uso.

Non c'è da stupirsi, pertanto, se coloro che continuano a cibarsi di carne e vino ricadono, in certi momenti, nella più empia efferatezza e fanno sfoggio di una ferocia non frenata da quei sentimenti superiori che si pretende siano stati sviluppati nel corso di secoli di sedicente civiltà. Finché l'uomo continuerà a far uso dello spirito ingannatore e falso dell'alcool, non potrà esservi pace duratura sulla terra. La crudeltà innata di queste sostanze si manifesterà a intervalli e annullerà anche i propositi più altruistici e idealistici, in un vortice di efferatezza sempre crescente, proporzionata all'evoluzione dell'intelletto umano, che consente di concepire, con la padronanza della mente, metodi distruttivi ancor più diabolici di quelli sinora conosciuti.

Non ci sembra necessario dimostrare che la recente guerra è stata molto più distruttiva di tutti i precedenti conflitti riportati dalla storia; la lotta era condotta dal cervello dell'uomo e non dalle sue braccia. L'abilità impiegata, in tempo di pace, per imprese costruttive, è stata messa al servizio della distruzione, e si può affermare che se una nuova guerra dovesse scoppiare nei prossimi cinquanta o cento anni essa potrebbe anche spopolare la terra. La pace perenne è, perciò, una necessità assoluta dal punto di vista della preservazione di noi stessi e nessuno, uomo o donna, pensante e raziocinante, può respingere, senza averla prima giudicata, una teoria che tende a rendere impossibile la guerra, anche se, finora, siamo stati abituati a considerare tale teoria un'utopia o una chimera.

Si hanno molte prove che il regime carneo incoraggia la crudeltà; la mancanza di spazio ci impedisce di approfondire appieno questo aspetto del problema. Possiamo, tuttavia, citare come esempio, la ferocia degli animali da preda e la crudeltà degli Indiani d'America, divoratori di carne. D'altra parte, la forza prodigiosa e la natura docile del bue, dell'elefante e del cavallo, dimostrano quale è l'effetto di un regime erbivoro sugli animali; le nazioni pacifiche dell'Oriente sono un'ulteriore prova dell'esattezza degli argomenti contrari al regime carneo; prova che non può essere efficacemente contraddetta. La carne, in quanto alimento, ha incoraggiato, nel passato, una certa abilità di genere inferiore ed ha avuto un preciso motivo nella nostra evoluzione. Ci troviamo adesso alla soglia della nuova Era, in cui, il sacrificio di se stessi e il servizio faranno fiorire l'accrescimento spirituale dell'umanità. L'evoluzione dell'intelletto ci porterà una profonda saggezza, superiore alle nostre più grandi concezioni; ma, prima che ci venga affidata una simile saggezza, noi dobbiamo diventare inoffensivi quanto la colomba, altrimenti potremmo rivolgerci verso fini distruttivi ed egoistici, che costituirebbero una minaccia inconcepibile per il nostro prossimo. Per evitare un fatto del genere, deve essere assolutamente adottato il regime vegetariano.

Vi sono peraltro vegetariani e vegetariani: attualmente, in Europa, le condizioni economiche sono talil che molte persone si astengono dal consumo della carne. Esse non sono però dei veri vegetariani, perché desiderano ardentemente un piatto di carne e questa rinuncia è da loro considerata una dura privazione e un enorme sacrificio. 
Ovviamente col tempo esse vi si abitueranno; tra molte generazioni, diventeranno più docili e comprensive, ma evidentemente, oggi, esse non costituiscono il genere di vegetariani di cui abbiamo bisogno. Ve ne sono altre che si astengono dalla dieta carnea a cagione della salute; il loro movente è egoista e, probabilmente, molte di esse la desiderano; la loro attitudine mentale non è ancora pronta a rinunciare rapidamente alla crudeltà.
Vi è infine una terza categoria, che capisce che ogni vita appartiene a Dio e che non è bene causare sofferenze a un essere sensibile, così che, per pura compassione, si astiene dal mangiare carne. Queste persone sono veramente vegetariane; è evidente che non potrebbe mai scoppiare una guerra mondiale con esseri dotati di simile atteggiamento mentale; i veri Cristiani, perciò, dovrebbero astenersi da tale alimento, per i motivi suddetti. Solo allora la pace in terra e la buona volontà tra gli uomini diverrebbero una realtà incontestabile e i governi sarebbero costretti a trasformare le spade in vomeri e le lance in falci, cessando di procurare morte, dolore e sofferenza, e diventando invece promotori di cita, d'amore e di felicità.
La nostra stessa salvezza, quella dei nostri figli e di tutta la razza umana ci richiedono di ascoltare la voce di Ella Wheeler Wilcox, la cui poesia è un vibrante appello in favore di quelle mute creature che dovrebbero essere da noi protette:

Io sono la voce di coloro che non possono parlare; 
per mio mezzo, il muto parlerà, 
fino a che il sordo orecchio del mondo 
finirà con l'ascoltare 
Le ingiustizie subite dal debole privo di parola. 
La stessa forza, che ha modellato il passero, 
ha formato anche l'uomo, il re. 
Il Dio del Tutto 
donò una scintilla animica 
ad ogni essere coperto di pelliccia o di piuma. 
Ed io sono il guardiano di mio fratello; 
e combatterò battaglie, 
e pronuncerò la parola 
per le bestie e per gli uccelli, 
finché il mondo non attuerà la giustizia.




Max Heindel,  Insegnamenti di un iniziato, ed. del Cigno, 1997, pp.87-93.



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