martedì 10 novembre 2015

L'effetto dell'uso di droghe ricreazionali sullo sviluppo spirituale

L'effetto dell'uso di droghe ricreazionali 
sullo sviluppo spirituale


Colgo l'occasione suggeritami da Marialuisa, una cara amica e sorella spirituale, per condividere con voi, amici lettori, un argomento di attualità, che interessa soprattutto  le giovani generazioni; sempre più sovente infatti l'uso di droghe leggere, come la marijuana, diventano per molti giovani e adolescenti, un  modo per distogliere l'attenzione dai problemi relazionali, dalle dinamiche spesso difficili con i genitori e con il mondo della scuola, che sempre più sovente non sono in grado di offrire alcuna risposta convincente al bisogno di senso di cui sono latori, come loro 'portato esistenziale'. 
La noia sembra prendere in loro il sopravvento, svuotando di significato ogni cosa, a cominciare dal tempo, che  scorre inesorabile e monotono.
Il mondo degli adulti, con i suoi ritmi forsennati, dettati da una società che li rende pressoché schiavi e sottomessi alle leggi dell mercato e della sopravvivenza, non pare essere in grado di dar loro una motivazione sufficiente per interessarli a quella macina da cui i loro stessi genitori sono schiacciati. 
Per lo più, infatti, ci si limita ad eseguire come automi una serie di gesti abitudinari, per stare al passo con le scadenze, con il lavoro, per essere in grado di pagare affitti, mutui, bollette, automobili, televisioni, computer; l'ingranaggio richiede di assolvere anche ad un'altra serie di obblighi e 'doveri': la scuola, la moda, i gadgets, lo sport, le vacanze.

Di fronte a tutto questo 'pieno' di interessi e convenzioni sociali, le giovani generazioni sembra auspichino un 'vuoto' che le affranchi da un'agenda fitta,  fatta di doveri, interessi, svaghi, dettati dal bombardamento mediatico, dalla scuola, dalla famiglia, più che dal loro autentico sentire...

In realtà il concetto non è sbagliato: fare "vuoto" per andare alla ricerca di un nuovo "pieno" che non sia (soltanto) il soddisfacimento dei bisogni materiali; tutto ciò può apparire provocatorio agli occhi degli adulti, i quali non riescono ad avere più mordente sulle giovani generazioni... 
Per un genitore, l'imbarazzo di un figlio che fa uso di sostanze stupefacenti è grande; a quel punto non sa come comportarsi e si fa travolgere dal panico, mostrando il peggio di sé, con reazioni autoritarie che non sortiscono altro effetto che allontanare ancor di più il figlio, che si sente ancora più perso e abbandonato. 

Le vecchie regole vanno costantemente disattese, perché vuote e prive di valore, secondo l'opinione dei ragazzi. 
Ahimè!.... Come poter non dar loro ragione?! 
Nulla a quel punto sembra fare da collante tra le generazioni; la noia di adolescenti cresciuti troppo in fretta sale proporzionalmente a quel desiderio di obnutilamento, conseguenza spesso di genitori separati e di equilibri spezzati fin dalla loro tenera età; essi subiscono la separazione dei genitori come un attentato alla loro felicità e serenità.
In tale dilagante desolazione, l'uso delle sostanze stupefacenti diventa un modo per alienarsi dalla realtà pesante e priva di significato. 
Ma quali sono gli effetti a lunga scadenza per chi s'imbatte su quel sentiero? E in che modo l'uso delle sostanze può davvero affrancare dalla difficile realtà che ci si vuole lasciare alle spalle?   
L'articolo che segue questa breve introduzione è tratto dal capitolo quinto di Telos 2, che fa parte di una serie di libri, tutti tradotti in italiano, scritti da Aurelia Louise Jones: (Telos 1, 2, 3, 4). 
Lascio alla curiosità dei lettori scoprire chi sia stata Aurelia Louise Jones e quale fu il suo compito sulla Terra, conclusosi solo alcuni mesi fa, avendo lasciato il corpo fisico. Vi basti sapere che tutto quanto è scritto in questi testi fa parte di una nuova conoscenza, trasmessale dagli abitanti della Terra Cava, una civiltà antichissima tuttora presente all'interno del nostro pianeta, che vibra in quinta dimensione, con la quale Aurelia Louise Jones ebbe modo di entrare in contatto per parecchi anni della sua vita. Sugli abitanti della terra cava esiste ormai una vasta letteratura, anche grazie alle prime testimonianze lasciateci dall'ammiraglio inglese Richard E. Byrd che nel 1957 con il suo aereo fu risucchiato al Polo Nord da una forza magnetica potentissima, avendo modo di scoprirne la loro esistenza, con enorme sorpresa.

In questo capitolo del secondo volume Aurelia chiede ad Adama, il Maestro e Sacerdote del tempio di Giada di Telos, capitale della civiltà Lemuriana sopravvissuta agli sconvolgimenti della Terra di superficie, quali siano le conseguenze dell'uso di sostanze stupefacenti e se queste possono essere utili per conseguire stati alterati di coscienza in vista anche di un percorso spirituale, oltreché ricreativo.

Per non stancare il lettore appassionato, suddivideremo il capitolo in più post, che andranno ad intercalarsi con quelli già in corso intitolati "Le stagioni dello Spirito" di Hilarion.

Buona lettura, dunque!

Dinaweh


AURELIA: "Adama, esiste una coscienza di gruppo collegata all'uso e alla dipendenza da sostanze come marijuana, peyote, droghe a scopo ricreativo o spirituale? Descrivici per favore quale effetto hanno tali sostanze sulle persone che ne fanno uso".

ADAMA: Vorrei parlarvi prima di tutto dell'uso in generale delle droghe ricreazionali. Se permettete, un po' di storia per iniziare! Quando queste piante sacre vennero originariamente previste nella Creazione, avevano lo scopo di innalzare l'energia e la coscienza.

Inizialmente, molto tempo fa, l'utilizzo che veniva fatto delle piante che alterano lo stato di coscienza aveva lo scopo di aiutare le persone ad aprire la loro percezione alle qualità divine, al loro Sé Superiore, al Creatore. Queste piante venivano usate, inoltre, per aumentare le abilità telepatiche e per ottenere il dono della chiaroveggenza, della chiarudienza, della psicometria e di altre simili capacità spirituali.
Queste aperture spirituali connettevano le persone in modo più diretto con il regno angelico, con gli spiriti della natura, con il regno animale e con gli esseri dall'altra parte del velo. Il potenziamento delle energie, raggiunto grazie all'uso delle piante sacre, facilitava, inoltre, la capacità di compiere viaggi interdimensionali. Questi erano i veri scopi di queste sostanze naturali. era così all'inizio della creazione, prima della caduta di coscienza che si ebbe nella quarta età dell'oro.

All'inizio della vita su questo pianeta, per milioni di anni fino all'avvento della quarta età dell'oro, le piante sacre servivano per assistere l'evoluzione spirituale dell'uomo. Per un lungo periodo nella storia evolutiva della Terra, le persone occasionalmente utilizzavano le energie di queste piante, con riverenza, sacralità e una specifica intenzione. Mangiavano un piccolo pezzo di foglia, di solito direttamente dalla pianta, in accordo con l'esperienza desiderata. Esistevano diverse varietà di simili piante e ognuna di esse offriva uno specifico dono a livello spirituale. Non accadeva che fossero utilizzate per fini sbagliati, né esisteva una possibile dipendenza da esse.

Ai bambini veniva fornita una spiegazione completa riguardo al loro uso quando erano ancora molto giovani e mai è stata fatta questione sul farne un uso per scopi diversi da quello originario. Le piante sacre di allora avevano una frequenza di quinta dimensione o superiore. Le persone non fumavano per inalare queste sostanze nei loro polmoni come viene fatto  oggi con gli equivalenti di quelle piante che, oltretutto non hanno niente a che vedere con le piante originarie. Essi mangiavano solo una piccola porzione di foglia, o una foglia intera, a seconda della tipologia, dal momento che queste le quantità necessarie per ottenere i risultati desiderati. Le persone ne facevano un uso riverente, chiedendo ai Deva delle piante il permesso di poter condividere le qualità specifiche di ciascuna di esse.

Esse crescevano in abbondanza, in molti luoghi e quasi ogni casa aveva nel giardino un luogo sacro riservato alla crescita di una piccola quantità di alcune di queste specie. Erano considerate cibo per l'anima e importanti come il cibo per il corpo. Avevano un'alta vibrazione; quando ingerite, erano in grado di trasmetterla al corpo e di favorire l'apertura della coscienza ad esperienze e comprensioni maggiori. La cosiddetta "erba" che questa generazione fuma o usa nella speranza di una connessione con un più alto aspetto di sé, o di un'esperienza in altre realtà dimensionali, è tutta altra cosa rispetto alle piante sacre che venivano usate un tempo per scopi spirituali. Queste non esistono più nella vostra terza dimensione, anche se alcune specie sono state preservate nella Terra Interiore.

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