mercoledì 24 settembre 2014

LA VITA CONSISTE NEL MORIRE (parte prima)


LA VITA CONSISTE


NEL MORIRE

Traggo lo spunto delle riflessioni 
che vorrei condividere con voi 
da una lettura a me molto cara,
che ogni tanto riprendo in mano e che riesce sempre
a donarmi nuove comprensioni;
...come sempre accade dopo aver fatto 
un pezzo di strada in più, durante il lento scorrere
della vita... 
Le esperienze che si accumulano, infatti,
diventano i mattoni della nostra 'casa interiore',
quella di cui solo noi conosciamo il progetto,
progetto mutabile del resto, come lo scorrere
inesorabile del tempo che, in sintonia con il nostro
"operare nel mondo", costruisce e modella con fogge
sempre nuove quel costrutto iniziale,
pensato a priori, come se non potesse essere toccato
dallo spessore di nuove convinzioni o interpretazioni
dell'esistente. 
In realtà ci si accorge come quello stesso mondo, 
di cui noi stessi siamo gli architetti, sia - prima di tutto - un mondo interno, fatto di memorie, esperienze,
percezioni delle stesse esperienze; 
i colori e la struttura di quei mattoni infatti varia 
a seconda dei percorsi
e dello stupore che continuiamo ad avere nei confronti
della vita, nonostante spesso quello che "ci tocca di vivere"
non vorremmo viverlo, desidereremmo persino
misconoscerlo, allontanarlo, non lo accettiamo!
Eppure ogni mattone della 'nostra casa'
è il frutto e la testimonianza vivida di ciò che 
siamo voluti diventare, prima di tutto davanti ai nostri stessi occhi.
'La vita consiste nel morire', si dice nel saggio di Arnaud Desjardins. Sembra un paradosso, eppure, ci ricorda l'autore e il maestro ad un tempo, è proprio così. Non c'è vita senza morte e la stessa vita è una continua morte, al di fuori della quale
non ci sarebbe movimento, ma eterna fissità,
l'antitesi della vita stessa, la morte che non dà frutto, la morte eterna!
Noi non siamo mai uguali a noi stessi, poiché ogni movimento, ogni medesimo pensiero cambia in noi
le coordinate che un momento prima ci spingevano in quella direzione piuttosto che nell'altra; 
perché le variabili dell'esistenza producono necessariamente in noi
continui mutamenti, da una condizione ad un'altra,
costantemente, anche se non ce ne accorgiamo, non ne siamo coscienti.
Gli stessi 'ruoli sociali' che nel corso dell'esistenza assumiamo
non sono mai uguali a se stessi; prima siamo figli,
poi diveniamo padri e madri, poi mariti e mogli; a volte cessiamo di essere i mariti e le mogli di qualcuno,
lo scorrere degli anni ci può far assumere il ruolo di nonni,
prima siamo dipendenti di un' azienda,
poi ne possiamo diventare i manager, dirigenti, oppure
da insegnanti possiamo essere promossi 
al ruolo di presidi, di direttori. 
Infine cessiamo anche di essere dirigenti e direttori...
Che cosa rimane di noi? Sicuramente la parte
immutabile, l'essere immutabile che siamo,
ma la vita ci spinge in ogni caso nella relatività
dei giorni a mutare sempre forma, aspetto, atteggiamenti,
emozioni... La perdita di un figlio, essente drammatica di per sé, in realtà è la morte di una madre e di un padre...
La fine di una relazione d'amore assume agli occhi
dell'amato l'aspetto e la ferocia del tradimento ed è peggio della stessa morte, finché non subentra l'accettazione profonda e il perdono. Un perdono amaro, prima di tutto di se stessi, poi dell'altro da cui ci si sente separati e traditi.
Nulla è mai uguale a se stesso. In questo senso l'autore
ci conduce ad  una riflessione profonda sul senso
stesso della vita che, per sua natura, è movimento
costante e ininterrotto.
A volte siamo spaventati da questo
e la mente ci induce a credere che non sia così; essa si 
abbarbica con tutte le sue forze nel convincerci del contrario. E' proprio questa disposizione della mente
a procuraci dolore e disaffezione alla vita, quand'essa si muove dentro di noi e smuove convincimenti, abitudini,
senza darci tregua, senza chiederci il permesso!
Eppure - ma è un'altro tema - siamo noi, senza esserne per lo più coscienti, a smuovere le carte, a tirarci fuori
dall'immobilità, poiché il nostro spirito sa, 
la nostra anima  ci conduce sempre verso l'ignoto
a raggiungere lo scopo, a prefissarsi caparbiamente la méta
per la quale siamo scesi e venuti al mondo, in questa
dimensione.

Vi lascio dunque alle bellissime parole
in forma di libro, ma che consistono nelle relazioni
tenute da Arnaud Desjardins nella sua casa-comunità
di Parigi, parole le sue, che hanno a lungo attratto uomini e donne,
provenienti da tutte le parti d'Europa e del resto del mondo
Anche in questo caso divideremo il testo citato in diverse parti, sperando così di far cosa gradita ai nostri cari lettori.

Dinaweh




Se il Sé è inalterabile, solo il Sé è inalterabile.
Non c'è cammino spirituale o sadhana degna di questo nome che non richieda coraggio e determinazione per attraversare certe prove o certe crisi. Lasciarvi sperare in giorni sempre più felici solo perché vi siete impegnati su un cammino, sarebbe mentirvi. 
Ciò nonostante la promessa ultima (bisogna ricordarlo ogni volta) è di totale felicità, di assoluta felicità.
Leggendo le testimonianze indù, buddhiste, sufi, troverete qua e là delle frasi inconsuete, sorprendenti, forse sconvolgenti, delle verità che non avrete molta voglia di ascoltare, e vi chiederete se sono vere e se davvero potete accettarle. Preferiremmo che il cammino ci parlasse unicamente di pace, di amore, di serenità e ci promettesse: "Vedrete che tutto vi andrà di bene in meglio, giorno per giorno, tutti i vostri sogni saranno realizzati, tutte le vostre pene spariranno". 
Fra le verità di cui bisogna prendere piena coscienza, ce n'è una su cui vorrei insistere, ed è questa: 

la vita consiste nel morire

Questo fatto merita di essere considerato con molta attenzione, finché non ne sarete convinti e non smetterete di tentare di negare la verità. Potete però oltrepassare questo continuo divenire e sbucare dall'altro lato, nella luce, nell'immortalità, nella vita eterna. Questa affermazione di morte è un modo di affermare il cambiamento. Se c'è il cambiamento, c'è la morte di una forma e l'apparizione di una forma nuova. Un cambiamento che è senza fine. Molti termini sanscriti, che vengono tradotti con 'il mondo', significano più precisamente 'cambiamento permanente', 'spostamento continuo', come un fiume che non cessi mai di scorrere, Potrete constatarlo dovunque intorno a voi, purché non vi nascondiate, purché non vi fermiate alla prima emozione negativa dicendo "questo mi fa male". Forse per il momento quella cosa davvero vi fa male. Ma le cose cambiano. Non ritroveremo più i paesaggi che abbiamo amato da bambini, le stradine dove correvamo in bicicletta sono diventate grandi arterie fra immensi palazzi. E il cambiamento è sempre più accelerato, oggi più ancora di un tempo.
Una pianta che ci piace particolarmente gela, muore e sparisce. E poi, e poi... lo sapete bene, è così per ogni cosa. Ciò che abbiamo amato, ciò a cui eravamo attaccati, la vita ce lo ha tolto. Non c'è apparizione senza sparizione, non c'è unione senza separazione, non c'è nascita senza morte, questo è l'insegnamento comune a tutte le grandi tradizioni, e che si può riassumere con 'non permanenza' o ' impermanenza'. Che fine hanno fatto il neonato, il ragazzino, la bambina? Si dice di un adolescente più o meno maleducato: "Ah, era così buono da piccolo!". Forse era davvero buono, ma il fatto è che non abbiamo nessuna possibilità di fermare lo sviluppo fisico e affettivo di un bambino di un anno, mantenendolo sempre uguale per l'eternità. Ma questa impossibilità di fermare il tempo, il 'mentale' (questo meccanismo così errato, così menzognero del nostro psichismo, del nostro cuore, del nostro intelletto) la rifiuta. E più il mentale rifiuta, più si rafforza. Volendo una definizione semplice del mentale (ne parlo senza essere sicuro che abbiate sempre ben capito di che si tratta), potrei dire che, in breve, il mentale si riassume nel rifiuto. Non esiste che grazie al rifiuto, al rifiuto del reale così come è, al diniego della realtà. Sussiste solo grazie al 'no' a ciò che è. Il 'no' a che cosa? Prima di tutto al cambiamento: "Questo non è quello che mi aspettavo". Il mentale nasce con il primo rifiuto al cambiamento. Ora, il cambiamento equivale alla morte di una forma e alla nascita di un'altra forma. 
La legge della realtà relativa è il cambiamento. Solo la Realtà assoluta non cambia, solo la Realtà assoluta può essere considerata Vita eterna. Ciò che chiamiamo vita, quella di cui abbiamo normalmente esperienza, è un processo permanente di distruzione e di ri-creazione, di morti e di nascite simultanee.
L'origine del mentale è molto semplice. La sua formazione comincia fisicamente col rifiuto di alcune sensazioni, per lo più fin dalla nascita. La nascita del bambino rappresenta la morte del feto. Il feto viveva collegato a un cordone ombelicale, il bambino vive senza cordone ombelicale. Il feto vive senza cordone ombelicale. Il feto viveva in un ambiente riparato dalle luci violente, dai suoni troppo forti e dagli urti, mentre il bambino vive esposto alle aggressioni, segnato da quello che comunemente si chiama il trauma della nascita. Venire al mondo consiste nel morire. Morire a cosa? Allo stato di feto, per nascere allo stato di poppante, di neonato. E già questa morte  e questa nascita sono rifiutate, perché se è vero che da un lato il bambino vuole nascere, dall'altro il suo venire al mondo è una prova più o meno dolorosa secondo che avvenga più o meno facilmente. Partendo dal concetto di 'difficoltà di nascere' Frédéric Leboyer ha spostato tutta la sua ricerca in psicologia pediatrica dal parto all'accoglimento del neonato. Se la nascita è stata facile, se l'ostetrica, la levatrice o le infermiere hanno usato mille attenzioni, il rifiuto è meno forte. Tuttavia ci sarà in ogni caso, da parte del neonato, il rifiuto di certe sensazioni. Per esempio il rifiuto di un particolare comportamento della madre, se questa ritira il seno e dà un colpetto al piccolo che la ha leggermente morsa succhiando. Dunque il mentale comincia col rifiuto di sensazioni percepite come dolorose o semplicemente sgradevoli. In seguito, memore delle sensazioni precedenti, capace di fare paragoni fra esse, e provando apprensione per il futuro, il mentale diventa più complesso. Compare l'aspetto emozione, poi l'aspetto propriamente concettuale sotto forma di visione: "Prendo coscienza di ciò che è".Come ben saprete, queste non sono di certo delle teorie rivoluzionarie. Ma resta l'asserzione: il cambiamento è una morte. Ciò che era non è più. E finché siamo a livello di coscienza ordinaria questa è una cosa che spesso ci fa male. Ci attacchiamo, vorremmo che ciò che è gradevole durasse. E se lo stato di feto è stato gradevole, ora il neonato non capisce perché quell'esperienza non è durata, perché ha dovuto uscire nel freddo, nella luce, nel rumore, perché ha dovuto essere manipolato dal medico e dalle infermiere, lavato, pesato, vestito.
Tutti conoscete il grido del cuore dell'essere umano, il grido del cuore del mentale: perché questo non dura? Perché non è durato? Stavo così bene, era così bello, ero così felice, perché è già finito? 
[...]
Il cambiamento è la legge e nessuno di voi potrà evitare di collaborare e di partecipare a questa legge. e neppure potrete evitare di essere gli agenti del cambiamento. Shiva il Distruttore si manifesterà attraverso voi. Ciò a cui siete attaccati morirà, ma anche voi morirete. E' una cosa che merita di essere considerata attentamente. La vostra vita consiste nel morire. Voi non cessate di morire, che lo vogliate o no. Moriamo a una condizione per nascere a un'altra condizione e, nell'istante stesso moriamo a questo nuovo stato per nascere a un altro stato ancora

Vi dirò di più: un essere umano è vivente soltanto se è ancora suscettibile di morte e di rinascita. "Se il grano non muore rimane da solo, ma se muore fruttifica in abbondanza", dice Gesù nel Vangelo di Giovanni. Se fate bollire per venti minuti un seme di grano sarà davvero morto perché non può più morire. Anche se lo pianterete nella terra migliore, lo innaffierete, lo concimerete, non rinascerà mai più sotto dorma di spiga. Lo stesso è per voi, se rifiutate il cambiamento. Con tutto il cuore, quindi, scegliete la morte, dunque la nascita, dunque la vita.
A volte questa morte e questa nascita le desiderate. Un celibe che desidera sposarsi, desidera morire allo stato di celibe per nascere a quello di uomo sposato. Ma più spesso questa morte a una condizione in cui siete per nascere a un'altra condizione non la desiderate, anzi vi fa paura, perché in passato morire a una condizione per nascere a un'altra vi ha creato dolore, e quindi l'avete rifiutata.
allora, ritornate a voi stessi, ritornate all'origine. Da un certo punto di vista il neonato, alla nascita, rifiuta l'esterno che lo aggredisce, ma ha anche un rifiuto interiore: "Io rifiuto di non essere più quello che sono stato", cioè un feto. "Io rifiuto di essere ora un neonato". Nello stesso tempo, poiché una legge lo esige, è necessario che il feto dopo nove mesi lasci il ventre materno, che a quel punto non sarebbe più una protezione ma diventerebbe una tomba. Nello stesso modo siete spinti inesorabilmente a crescere, spinti a invecchiare, dando luogo alla manifestazione più evidente dell'invecchiamento, cioè la trasformazione del neonato in bambino, del bambino in adolescente, dell'adolescente in ragazzo o ragazza, dalla ragazza alla donna nella sua pienezza, e poi appaiono le rughe, la pelle che avvizzisce, i capelli bianchi, l'invecchiamento fisico e per certi versi anche quello psicologico. A sessant'anni non si provano le stesse passioni, gli stessi entusiasmi dei vent'anni.
Osservate questo incessante rinnovamento ponendo un'attenzione sempre più sottile. Lo vedrete ben presto nei suoi aspetti più evidenti, senza bisogno di lenti o microscopi: "Non sono più quello che ero, non sono più quello che sono stato. sto forse rimpiangendo il passato? Ho forse nostalgia della fissità?" Ma la fissità non esiste da nessuna parte, se non al centro stesso della vostra coscienza, del vostro essere. Si presuppone che lo stato di vigilanza, la 'posizione di testimone', la visione del cambiamento, rimanga identica, permanente, immutabile. Ma l'oggetto della visione si rivela tutt'altro che permanente, tutt'altro che immutabile. Non esiste fissità. Come dicono gli indù, l'universo si esprime in un festival di novità.

Come vi situate voi nel cuore di questa verità? L'osservazione mostra che una delle caratteristiche del mentale (o, se preferite, dell'errore fondamentale) risiede nell'impostura che vorrebbe affermare la fissità: "Io sono e non cambio". E' falso. E' un'autentica impostura. Il mentale è un bugiardo. Vuole cristallizzare la vita in modo illusorio. La tragedia delle vite vissute nel sonno e nella sofferenza (a volte a una sofferenza atroce) si spiega attraverso il conflitto tra il movimento e la pretesa di fissità, il conflitto tra una morte incessante e il rifiuto di questa morte: "Io sono immutabile". A livello ultimo, sì, ma certo non a livello ordinario delle pretese dell'ego e del mentale. Ora, da molto tempo siete come gli altri esseri umani, quelli che non hanno mai sentito parlare di Ramana Maharshi, dei sufi, o del tantrayana.
Agite ancora secondo l'indole che avete assunto dopo la nascita, entrando in questa inevitabile sofferenza. "Non posso cambiare. Non cambio, dono un'entità fissa chiamata...!", e qui ognuno metta il proprio nome.
Non è vero. Dico decisamente che non è vero. Purtroppo la coscienza reale si identifica continuamente con una forma destinata a sparire. Se cercate la fissità in questa identificazione, siete destinati a soffrire. Consideratela attraverso approcci diversi: l'invecchiamento non salta agli occhi da un istante all'altro. D'altra parte possiamo invece constatare che certi stati fisici si modificano: un mattino possiamo svegliarci anchilosati, appesantiti, con un certo malessere e ci chiediamo se sia il caso di prendere un'aspirina. Stavamo tanto bene dopo le vacanze, e solo un mese dopo fatichiamo a mettere in moto la macchina. C'è stato un cambiamento, dunque c'è stata una morte. Dov'è finito l'uomo abbronzato, allegro e atletico di un mese fa? Basta che il rientro sia stato difficile, che ci sia qualche problema accumulato, e questo stesso uomo ha l'impressione di essere invecchiato di dieci anni in un mese.

Tutto ciò che interpretate in termini di avere, può essere interpretato in termini di essere: "Io ho questo" significa "Io sono il proprietario di questo". E se perdete una cosa che possedete, qualunque cosa, di ordine grossolano o sottile, colui che possedeva è morto. Perdere un oggetto è attinente all'avere. Ma se vi identificate col possessore dell'oggetto ( e questo oggetto può essere anche un amatissimo figlio, non solo un oggetto materiale) la perdita dell'oggetto coincide con la morte del possessore. E' parte del gioco della vita, ed è una sofferenza per il mentale che reclama la fissità. Tutto quello che possiamo interpretare in termini di avere ("ho dei bambini deliziosi, ho una moglie meravigliosa, un lavoro prestigioso, ho molti clienti come professionista"), tutto può essere interpretato in termini di essere ("Io sono stato un uomo che ha dei bambini deliziosi, ecc."). Se vi siete identificati col possessore, la perdita di un qualunque bene vi uccide, qualunque bene, l'amore di una donna che improvvisamente vi lascia per un altro, la morte di un figlio, o la situazione professionale che va male a causa di una certa congiuntura economica. Ed è una morte vera.
Trovate da soli gli esempi adatti a voi. Se considerate i grandi periodi della vostra vita, vedrete che qualcosa è davvero finito, non siete più quello che siete stato. Osservate quindi questa realtà, di secondo in secondo. In inglese c'è l'espressione has been, 'è stato', per indicare qualcosa che ha fatto il suo tempo, che è fuori moda, finito, messo in soffitta, morto e sepolto. O per indicare qualcuno che costerebbe troppo licenziare, allora gli si dà un posto senza responsabilità. Nessuno lo considera più, non ha più nessuna autorità, nessun peso, non vale neppure la pena di dirgli buongiorno in ascensore o in corridoio. Era potente, forte, sapeva come affermarsi. Adesso è cambiata la musica, largo ai giovani.
E' un'espressione crudele, ma veritiera. Siamo tutti, continuamente, degli has been, degli 'è stato'. Il neonato, il bambino, il ragazzo, lo scapolo se siamo sposati, il marito se siamo vedovi, il proprietario di questa o quella forma di avere: tutti siamo degli has been. Ogni secondo non siamo più quello che eravamo.
Solo il mentale, che ha sete di fissità e rifiuta il cambiamento, soffre. Esso tenta di ricreare ciò che è stato, di ritrovarlo, invece di partecipare con tutto il cuore al gioco della novità, di danzare con il movimento della vita. Il mentale si aggrappa ai suoi sogni, è il contrario di un danzatore. Rifiuta l'inevitabile, il dispiegarsi stesso della realtà: Brahma, Vishnu e Shiva. Interpretate la vostra vita in termini di morte di ciò che siete stati e che non siete più. Passate dal piano dell'avere al piano dell'essere. Ogni volta che pensate 'non ho più', cercate di sentire 'non sono più', perché tutto il cammino si compendia in un problema di essere.

Ciò che appare così crudele nella morte di un bambino non è la morte del bambino in se stessa; è la morte della madre. E' una cosa legata al tema del dharma: essere ciò che sono. Nel relativo, io sono una madre; ho non il dovere ma il privilegio di occuparmi del mio bambino. Se il mio bambino muore io non ho più il privilegio di potermi occupare di lui, di fare la mia parte di madre, di portare a termine il mio dharma di madre, perché il bambino è scomparso. La madre è stata uccisa. Naturalmente, se per esempio la madre fa il medico e continua a curare i malati, non è il medico in lei che è stato ucciso, ma solo la madre. Non si tratta soltanto di: "Ho perso il mio adorato bambino, il mio piccolo che mi guardava sorridendo". 'Ho perso' contiene il verbo avere. E' invece: "Sono morta in quanto madre; sono stata una madre, e non lo sono più". 'Sono', verbo essere.

Arnaud DesjardinsLa via del cuore, Ubaldini editore, Roma, 2001, pp. 174-179.






martedì 23 settembre 2014

Mutazioni indotte del clima e terremoti: H.A.A.R.P. e le scie chimiche


MUTAZIONI INDOTTE DEL CLIMA
E TERREMOTI:
H.A.A.R.P. 
E LE SCIE CHIMICHE



Importante documento, avvalorato da un video
esplicito, sull'uso della tecnologia militare per dimostrare
come con le nuove armi a scalare (geoingegneria climatica)
siano in grado di mutare il clima, di scatenare morte
e distruzione in territori considerati nemici,
per mettere l'economia di un Paese in ginocchio,
a scopi militari e di egemonia politica, 
oltre all'induzione del controllo mentale,
attraverso le onde elettromagnetiche irradiate in atmosfera
e nella ionosfera.

Traggo questo interessante documento dal
blog  "La sentinella meditabonda"
Buona lettura e, spero, buona visione


La realtà è sotto gli occhi di tutti: i cambiamenti climatici ai quali stiamo assistendo non sono rassicuranti. 
Probabilmente il cambiamento di clima rappresenta una delle maggiori sfide che l’umanità dovrà affrontare nei prossimi anni ed i rischi per il pianeta e per le generazioni future sono enormi. 



La Televisione ci tiene all’oscuro della verità e ci lascia intuire che questi cambiamenti climatici sono nella norma.
 Un filmato vi aiuterà a capire realmente come stanno le cose, aprite gli occhi!
Il clima influenza le nostre giornate e cambia i nostri umori, spesso le nostre decisioni si basano sul tempo e sembrano accadere in modo “casuale” o per
meglio dire secondo la logica della natura.
 In realtà non è cosi, i mass media forse lo ignorano ma il rischio più grande è che dietro a questi mutamenti repentini ed inaspettati di clima ci siano scopi militari. 
Stiamo parlando del progetto HAARP ( High Frequency Active Auroral Research Program ) ovvero un’installazione civile e militare, esistente dal 1992, situata negli Usa.
 Questo progetto è coordinato dalla Marina e dall’Aviazione e la base principale si trova in Alaska a Gakona.
 Nel terreno sono presenti 180 piloni d’alluminio alti 23 metri in grado di trasmettere, attraverso due antenne, onde ad altra frequenza fino a 350 km di distanza.



Lo scopo di questo progetto è quello di studiare la ionosfera e lo sviluppo di nuove tecniche radar e la stazione scientifica viene descritta in maniera innocua, ma la realtà è diversa. 
Le teorie complottistiche parlano di manipolazioni delle risorse climatiche per usi bellici. 
 Dunque uragani, piogge torrenziali, fulmini ed altre calamità verranno usate in futuro come armi distruttive per annientare l’ipotetico nemico.
Vi invitiamo ad osservare il video con molta attenzione, un filmato che vi aprirà gli occhi spostando le convinzioni che i mass media e le televisioni ci impongono. 

Clima impazzito? No. Teste impazzite!



venerdì 19 settembre 2014

Il piano divino per la Terra: i Servitori dell'umanità (parte dodicesima) - Il programma personale


Il piano divino per la Terra

 I Servitori dell'umanità




Capitolo 12

Il Programma personale


Tutti i Servitori sono dotati di quello che potrebbe essere paragonato a un pilota automatico interiore, che contiene direttive, istruzioni e parametri diversi, progettati per guidarli lungo il loro percorso, in modo particolare verso certi fini, come una sorta di programma. Questo programma è personale e unico per ogni Servitore, ed è accettato ben volentieri, col consenso divino e per bisogni pratici, prima dell’incarnazione fisica.

Tra le varie funzioni, il programma personale determina il luogo e il tempo della nascita fisica, così come i genitori umani del Servitore incarnato. Vengono meticolosamente realizzati anche dei calcoli astrologici per poter istituire dei percorsi di eventi nella vita dei Servitori, il cui potenziale per il completamento della missione volontaria è già stato predisposto. Infatti, a parte le attente valutazioni karmiche, il criterio che più di ogni altro determina l’eleggibilità di un Servitore all’incarnazione fisica sulla Terra è la sua idoneità allo scopo, e il programma è progettato per fornire molteplici opportunità di successo. Ma è sempre il libero arbitrio dei Servitori che detta se una scelta favorevole verrà o meno presa in risposta alle opportunità della vita e, di conseguenza, se verrà o meno conseguito un esito positivo; il programma non è nient’altro che una linea guida.
Ogni programma personale contiene intelligenza superiore sotto forma di informazioni codificate e immagazzinate su più livelli all’interno della costituzione psichica del Servitore, e tutte insieme queste informazioni hanno un ruolo cruciale nell’attuale dispiegarsi del Piano Divino sulla Terra. Generati da un’infinità di minuti percorsi nervosi di natura bio-energetica, questi dati possono essere attivati e quindi richiamati quando sono richiesti con sincerità, sia dai Servitori stessi che attraverso di loro, cioè da altri che possano aver cercato il loro aiuto. Questa richiesta non solo rilascia un sapere vitale nella consapevolezza del Servitore, ma può anche evocare delle forze benevole dai piani superiori che purificheranno ed eleveranno la coscienza di chiunque sia coinvolto in un così positivo interscambio.
La struttura di base dei programmi personali è conforme allo stesso fondamentale progetto per tutti i Servitori: spingere l’individuo ad assistere il pianeta, contribuendo a elevarne la vibrazione, far risuonare la chiamata al servizio, rispondere alle richieste di aiuto, fungere da guida per gli altri, conducendoli nel Nuovo Mondo. Sono queste, dunque, le linee guida comuni a tutti i programmi. 

Tuttavia, bisogna ricordare che ci sono diverse classi di Servitori, ognuna delle quali si incarna con differenti ruoli da interpretare all’interno dei confini del Piano Principale, e il carattere unico e l’esclusiva tipologia di questi ruoli sono direttamente collegate al particolare dovere, alle diramazioni stellari o dimensionali, al livello di sviluppo spirituale, ad attitudini, capacità e anche al luogo e al momento della nascita sulla Terra di ogni Servitore. Le diverse manifestazioni del programma personale sono quindi innumerevoli. Tuttavia, una comprensione basilare dei princìpi generali sottostanti alla struttura comune di tutti i programmi offrirà ai Servitori che oggi si stanno risvegliando degli utili vantaggi, dando un senso a molte delle loro idiosincrasie, e favorendo al contempo anche il processo di richiamo alla memoria.

Il programma personale fornisce una sorta di matrice all’interno della quale i Servitori possono dimostrare la resa del sé inferiore a quello superiore, la sublimazione della vita personale in quella divina, come lo hanno già più volte dimostrato nel corso di altre incarnazioni su questo e altri mondi. Tuttavia, le leggi naturali sono talvolta piuttosto diverse su pianeti differenti, dipendendo dalle caratteristiche e Volontà uniche della Divinità solare che regna sul sistema al quale ogni dato Pianeta appartiene. Di conseguenza, in quanto esempi viventi della Nuova Via di sviluppo spirituale consapevole per l’umanità, i Servitori devono modificare e riordinare saggezza, conoscenza e abilità passate e allinearle alle attuali condizioni, leggi e necessità terrestri. In questo modo, i Servitori non solo sono limitati dal velo dell’oblio, ma devono anche adattarsi e relazionarsi nel modo appropriato alle particolari circostanze del pianeta Terra, anche nel caso in cui abbiano già raggiunto elevati livelli di sviluppo spirituale attraverso il servizio devoto svolto in altri tempi e luoghi.
Simili necessari cambiamenti della loro modalità di servizio preferita e più familiare sono spesso motivo di sconforto per i Servitori, in quanto le loro percezioni spirituali indicano con chiarezza che c’è qualcosa di fondamentalmente sbagliato nel modo in cui le persone di questo mondo vivono la propria vita. I Servitori non ancora risvegliati guarderanno alla tipica esistenza terrestre, e alle attitudini che essa genera nella grande maggioranza dell’umanità, con grande scetticismo. Perché dovrebbero indossare una maschera sociale per poter evitare incomprensione e sfiducia, e per sfuggire alla persecuzione da parte di quelli che loro sono venuti ad aiutare? Perché è necessario procedere con così tanta cautela o interpretare ruoli per loro innaturali, soffocanti per l’anima, al fine di essere apprezzati e accettati dagli altri? 

Perché gli viene così spesso intimato di sopprimere le loro inclinazioni naturali, essendo di conseguenza in grado di prestare un servizio davvero limitato all’umanità se paragonato al loro pieno potenziale? Perché la società gli impedisce di essere ciò che davvero sono, esseri spontanei e amorevoli, liberi dal bisogno e dal desiderio di censurare le sincere espressioni di ciò che capiscono e sanno essere vero? Perché il genere umano non riesce a riconoscere la verità offerta sinceramente e con intenti altruistici, e quindi si rifiuta di accogliere il loro servizio con il dovuto riconoscimento e cooperando per ottenere i cambiamenti positivi dei quali c’è in tutto il mondo un bisogno urgente? E perché esistono ancora l’apatia e la rassegnazione in un mondo che è diventato tanto debole e insano seguendo le sue abitudinarie modalità di vita?
Quando i Servitori cercano di avvicinarsi all’infelice umanità, si sentono pieni di queste e altre sconcertanti domande, fino a che non riescono a capire che l’insensibilità e la mancanza di impegno nella soluzione dei problemi più importanti sono più che altro la norma sulla Terra: il pianeta oscuro. Indifferenza e altre reazioni generate da paura e ignoranza sono comuni risultati delle direttive di un programma personale, che è progettato per abbattere e alla fine disgregare del tutto ogni costrutto mentale antiquato e ogni sistema di sussistenza inefficace introducendo ciò che è nuovo, buono e vero.

La verità è in armonia con la realtà, e quando parole di Verità vengono udite da orecchie aperte e recettive possono elevare lo spirito e anche apportare permanenti trasformazioni positive. In un mondo nel quale predominano egoismo, paura e insofferenza, tuttavia, e dove la semplice Verità è ancora un intruso poco conosciuto e ancor meno apprezzato dai cuori barricati di molti, i fatti nudi e crudi possono apparire terrificanti per quanti restano attaccati alle proprie illusioni e non sono quindi pronti a ricevere ciò che è luminoso, nuovo e liberante. La Verità impersonale è un anatema per l’ego, che per la sua “sicurezza” e comodità si aggrappa a, e prospera su, ciò che è falso. Nelle parole di Gesù: 
“Gli uomini non amano la luce, poiché la luce rivela le loro debolezze; gli uomini amano l’oscurità.”

Le reazioni negative ai sinceri e spesso appassionati - perché urgenti - appelli dei Servitori all’umanità rappresentano una parte integrante delle prove che devono superare sulla Terra. Una volta riconosciute, accettate e trascese con saggezza e distacco, tuttavia, simili prove serviranno a istruire e temprare l’anima che sta per risvegliarsi, offrendo esperienze utili e positive, e talvolta anche attirando sul mondo forze benevole, che in qualche modo saranno ricevute e grandemente apprezzate dal genere umano.
*   *   *
Ci sono mille che attaccano i rami del male, per 
ogni uno che colpisce alle radici
Henry Thoreau.

Diversamente dalla maggioranza delle persone occupate in professioni mediche o di assistenza, i Servitori più evoluti non sono interessati solo alla cura delle ferite che spesso la gente si autoinfligge per ignoranza; non si sono incarnati per offrire dei meri cerotti spirituali, commiserazioni per le sofferenze dell’umanità. I Servitori sono qui per sradicare le cause profonde dei mali del genere umano, e quindi per apportare in tutto il mondo effetti curativi perduranti. Eppure i grandi draghi dell’abitudine e del conformismo continuano a contrastare i loro tentativi di introdurre qualcosa di nuovo e non ortodosso, anche se si forniscono prove tangibili della sua efficacia, e così i Servitori sono spesso costretti dalla società a mettere in discussione il loro reale potenziale di servizio. Simili attitudini tentano nel migliore dei casi solo di ingabbiare i Servitori nella mediocrità della “vita normale”: la miseria adora la compagnia, e così anche l’ignoranza. Tuttavia, è per lo più impossibile per i Servitori compromettersi senza esperire ripercussioni indesiderate, in quanto il loro programma li spinge a vivere in coerenza con le loro sensazioni e conoscenze. Quindi, rifiutandosi alla fine di conformarsi a dei metodi diffusi eppure antiquati e inefficaci, i Servitori scoprono di attrarre regolarmente su di loro lo sdegno di quanti sono immersi nella tradizione e nel pensiero limitato. Alcuni Servitori possono addirittura essere perseguitati nelle loro stesse case e dalle persone a loro vicine. Altri, in conseguenza del rifiuto da parte dell’umanità di loro e del loro programma, possono essere costretti a muoversi nell’ombra, e possono quindi apparire all’esterno meno attivi, e così venire di nuovo mal giudicati. Eppure per i Servitori che hanno in parte richiamato alla memoria la loro reale natura e, quindi, hanno acquisito una certa conoscenza del loro programma e di come si correla alla vita umana sulla Terra, niente di tutto ciò avrà importanza; la loro via è sgombra, conoscono i termini del loro servizio, e comprensione, convinzione e percezione spirituale continueranno a crescere in loro, rendendoli pronti al Tempo del Raccolto.

È certamente vero che quanto più ci si avvicina alla propria meta spirituale, tanto più ripido diventa il percorso che conduce alla cima e tanto più insormontabili sembrano all’inizio gli ostacoli della vita. Queste sono le inevitabili tappe del progresso, e costituiscono un importante aspetto della Legge del Karma. L’avanzamento spirituale implica una maggiore prontezza a risolvere il karma del passato e a superare prove più impegnative per assicurarsi un’evoluzione più rapida, e gli Agenti divini baderanno a che il karma sia attribuito a ogni anima nella misura appropriata, in modo che possa essere equilibrato alla prima e più sicura occasione. Gli individui dotati di consapevolezza esoterica, dunque, riconoscono  le difficoltà e le sfide per ciò che sono veramente: opportunità positive da accogliere sempre felicemente (anche se talvolta solo dopo l’evento).


Una comprensione elementare della legge universale e dello stato del mondo, insieme alla saggia accettazione delle evidenti ingiustizie personali, forniranno ai Servitori il necessario distacco nei confronti di derisione e rifiuto. Potranno quindi riesaminare con imparzialità le proprie esperienze e modalità di vita, e così riconoscere e apprendere le lezioni impartite loro dal programma personale. Sulla Terra ci si dimentica troppo facilmente che Amore e Intelligenza pervadono l’intero universo; ogni singolo elemento della Creazione è sostenuto e sorvegliato per decreto divino: 


Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro.” Matteo 10,29


Di conseguenza, essendo pena e conflitti del tutto noti, se i Servitori sofferenti vogliono apprendere e così evitare ulteriori sofferenze future, allora dovrebbero cercare di scoprire l’importante lezione che sempre si annida nella loro reazione alle opportunità spirituali della vita. Le lezioni apprese grazie all’adeguarsi dei Servitori al loro programma si trasformeranno un giorno in empatia e compassione superiori per l’umanità e la vita Terrestre. Così, il Servitore progredisce e si assicura i corrispondenti premi divini.
Intuitivi e informati, quindi, i Servitori continueranno a essere motivati ad avere un comportamento sincero e spiritualmente evocativo in tutte le aree della loro vita, e questo gli permetterà di sentire sempre più la realtà del loro programma personale e, quindi, di armonizzare la loro coscienza con la grande Legge del Servizio, alla quale per sua natura è asservita l’anima collettiva. Rispondendo spiritualmente e cioè in modo appropriato alle inevitabili opportunità offerte dalle disarmonie del mondo, i Servitori riceveranno di sicuro nuove energie, e così potranno iniziare a manifestare con consapevolezza lo scopo della loro incarnazione, esemplificando il modo di obbedire alle nuove e giuste leggi dell’Era dell’Aquario.

I Servitori sperimenteranno di sicuro rivelazioni e richiamo alla memoria quando lacereranno il velo dell’oblio vivendo in sempre maggior accordo col loro programma e con la loro missione predestinata. E faranno ciò agendo in modo appropriato piuttosto che reagendo ciecamente. Una guida lungo questo lodevole percorso è stata offerta da un’infinità di saggi, pensatori e veri maestri spirituali nel corso della storia della Terra, eppure i Servitori non risvegliati, proprio come la maggior parte degli esseri umani, non hanno in generale creduto abbastanza in se stessi o nell’universo per applicare questi princìpi davvero semplici, che avrebbero permesso loro di vivere nella grazia come hanno fatto tutti i santi. La Fede - e non la paura - è in effetti una importantissima chiave del successo in questi tempi, e quando i Servitori cominceranno ad ascoltare con attenzione e continuità i loro maestri interiori, resistendo all’influenza delle tipiche opinioni ingannevoli di altri a loro volta spesso persi negli errori, allora daranno origine a un semplice ma potente processo che li guiderà infallibilmente lungo la Via dell’Illuminazione.

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Durante il periodo di attesa, i Servitori talvolta incarnano e mostrano le caratteristiche opposte di quelle che esprimeranno una volta risvegliati, e questa polarizzazione è un importante aspetto del loro programma. Limitata sia dal velo dell’oblio sia da certe necessarie restrizioni contenute nel programma personale, l’esistenza terrestre è spesso causa di molta ansietà per i Servitori, che ciononostante potranno infine trascendere del tutto qualsiasi carenza, debolezza o bisogno del sé inferiore, per poter esemplificare successo e maestria in una data sfera di attività umane. 

Vale però la pena ricordare che i Servitori si incarnano per poter recitare tutti gli atti del dramma umano, e sono infine destinati a risvegliarsi in seguito nella relativa perfezione della loro vera Natura, e a capire che alcuni loro ruoli temporanei (per esempio quelli di criminale, prostituta, vagabondo e così via) erano parte del loro programma affinché potessero esperire, apprendere, trasmutare e quindi prestare servizio a quel livello sociale.

Come abbiamo già visto, sotto la guida della mente collettiva e durante le prime fasi del dispiegarsi del programma personale, i Servitori nell’insieme mostrano tutte le tipologie di disfunzionalità umana. Il dolore e il conflitto interiori che simili esperienze generano non saranno mai dimenticati e incideranno sulle risorse del cuore. Questi disarmonici modelli di vita forniranno quindi ai Servitori il necessario punto di rottura a partire dal quale potranno alla fine imparare a gestire alcuni aspetti della condizione umana. Succede spesso che nelle fasi iniziali il programma personale si riveli in effetti piuttosto severo ma, risvegliandosi, i Servitori si sentiranno spinti a sublimarne gli elementi negativi nelle corrispondenti espressioni positive e creative. 

Emergendo trionfalmente dall’esperienza della mancanza di armonia tipicamente umana, i Servitori esprimeranno infine, mentre sono ancora nel corpo fisico, alcuni aspetti peculiari dell’anima collettiva, secondo i parametri del loro programma. Una volta superate le prove, e chiedendo nel modo giusto sicurezza, memoria e illuminazione maggiori, i Servitori saranno in grado di accedere alla prossima fase del loro programma, e saranno quindi pronti a guidare l’umanità dall’oscurità alla luce.

Qualora i Servitori dovessero smettere di proseguire lungo il loro percorso, rifiutando la “legittima sofferenza” dell’esperienza umana, forse rendendosi insensibili attraverso un infinita ricerca di distrazioni e gratificazioni egoistiche e allontanandosi così dai precisi disegni del loro programma, allora incontreranno nelle loro vite difficoltà sempre maggiori, di gran lunga più numerose e gravi di quelle normalmente causate dalle carenze dell’essere umano medio. 

Comportamenti e reazioni avventate alle sfide proposte dal programma personale possono creare seri problemi a un Servitore, mostrando all’umanità come non agire alla vigilia del Nuovo Giorno. Tuttavia, persino queste prove indesiderate apporteranno i loro propri benefici nel lungo termine, a dispetto della loro tipica natura dolorosa, in quanto sono in realtà lezioni necessarie generate da appositi parametri interni al programma personale, per incoraggiare i Servitori a riprendere il viaggio lungo il loro stretto e dritto percorso.

Quando un Servitore riconosce la saggia necessità di prestare attenzione e fiducia al proprio programma, scoprirà di avere un’infallibile sorgente di guida spirituale che lo condurrà salvo (se non del tutto illeso) attraverso tutte le sue prove terrestri. Una comprensione di tutti i messaggi sussurrati dal programma personale può essere acquisita capendo e accettando un fatto davvero elementare in questi critici periodi: lo stato di coscienza di un Servitore si eleverà quando egli agisce secondo i disegni del Piano Divino, e andrà invece deteriorandosi quando fa qualcosa di dannoso per il bene superiore e, quindi, sfavorevole anche a se stesso. Quando una così sottile guida interiore viene ignorata, l’anima collettiva si allontana sempre, e questo può causare depressioni profonde, sconforto, angoscia spirituale e così via, tutti chiari indicatori che il Servitore sta contravvenendo al programma.

Se i Servitori sentono che c’è qualcosa di sbagliato nella loro vita (se, per esempio, sperimentano inspiegabili stati di umore nero) allora di sicuro un’importante lesione sta cercando di raggiungere la loro consapevolezza, secondo le linee guida del loro programma, e sta aspettando di essere riconosciuta per quello che è, affinché i Servitori possano continuare a evolversi

Lungo la loro missione sulla Terra, e non importa quanto spesso possa essere il velo dell’oblio, i Servitori sentiranno la voce dell’anima collettiva parlargli attraverso ogni cosa: la Natura, le persone, i sogni, i sentimenti, gli umori, gli eventi e così via, e sempre con l’unico e solo obiettivo di aiutarli. Se i Servitori riusciranno a mantenere un’attenta consapevolezza in questi ultimi anni prima del Tempo del Raccolto, saranno in grado di riconoscere alcuni vitali suggerimenti che incontreranno nelle loro vite, offerti loro dall’intelligenza quasi onnisciente della mente collettiva. Se seguiranno le linee guida del proprio programma, conosceranno sensazioni sempre più positive, l’elevazione spirituale e la gioia che da sempre accompagna chi segue la volontà divina. La beatitudine di conoscere i segreti della Natura, da questa stessa rivelati in un costante flusso di sincronicità armonica, è solo uno delle ricompense che verranno attribuite ai Servitori quando (ri)impareranno ad apprezzare e seguire lo scorrere interiore della grazia.

Di conseguenza, i Servitori farebbero bene a seguire le proprie guide interiori - il programma personale - quanto meglio possibile, anche se alcune istruzioni li portano attraverso prove che possono all’inizio sembrare piuttosto ardue, irrazionali, forse del tutto insormontabili. Guardando sempre fisso davanti a sé, potranno proseguire con fiducia lungo il Vero Percorso che conduce alla vittoria e alla Liberazione, ricordando sempre quanto riportato dalla Bibbia: 
Se dovessi camminare nella valle delle ombre di morte non temerei alcun male.” 
Le dure prove che i Servitori devono affrontare hanno lo scopo di liberare il potere trasmutativo della saggezza racchiuso in loro, e così arricchire il mondo. Irradiando trionfalmente la luce della trasformazione, i Servitori influiranno non solo su quanti sono esposti al loro campo aurico, ma semineranno anche i germogli di una nuova e più elevata vibrazione nella rete di energia sottile del pianeta, rendendo così più facile per l’umanità tutta il viaggio verso il Nuovo Mondo.

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Bisogna dire che, in genere, per i Servitori le tradizionali pratiche spirituali non danno i risultati promessi dai vari insegnamenti e dalle sacre scritture, e questo per via del fattore tempismo del loro programma personale. Per esempio, un Servitore che dovesse praticare la meditazione dodici ore al giorno per dieci anni o più potrebbe ottenere pochi risultati rispetto ai grandi yogi e mistici di un tempo, in quanto l’anima collettiva non gli consentirebbe di superare un dato livello di consapevolezza o di sviluppo spirituale in questa incarnazione prima del momento opportuno.
I Servitori non si affidano agli esercizi spirituali come la meditazione allo stesso modo in cui da anni lo fa gran parte del genere umano. I Servitori risvegliati sanno che le loro pratiche spirituali consistono nell’addestramento e nello sviluppo dei loro corpi eterico, emozionale e mentale. Sono infatti questi veicoli inferiori della coscienza - ricreati di nuovo a ogni incarnazione proprio come il corpo fisico - ad aver bisogno di crescere, non l’anima. In realtà, l’anima collettiva di un Servitore - che è già spiritualmente progredita - medita sul proprio piano mentre al contempo lavora e adempie ai propri doveri, e gli effetti di questo processo talvolta filtrano nella coscienza del Servitore causando sensazioni ed esperienze spirituali spontanee e profonde, sebbene queste attività dell’anima collettiva non abbiano alcun bisogno di essere sincronizzate con quelle della personalità del Servitore.
La meditazione e le pratiche simili dovrebbero di conseguenza essere viste dai Servitori come una sorta di manutenzione spirituale più che come un modo per conseguire un nuovo obiettivo, obiettivo che, in effetti, hanno già raggiunto dall’altro lato del velo dell’oblio. In alcuni casi, durante l’incarnazione sulla Terra, i Servitori arrivano tramite la meditazione a un sorprendente livello di gioia e armonia interiori piuttosto velocemente durante le prime fasi di pratica spirituale, ma solo per essere poi riportati indietro dall’anima collettiva che, ricordandogli duramente delle sofferenze del mondo, ribadisce lo scopo della loro presenza, che non è il benessere egoistico. Se, però, i Servitori meditano con una vera dedizione per gli altri, l’anima collettiva sarà consenziente, e potrebbe anche dare la propria benedizione in vari modi. 




Tale è la differenza tra la meditazione del passato, finalizzata all’auto-liberazione, e quella del presente, che se praticata deve essere dedicata agli altri per poter ottenere la grazia dell’Aquario e di conseguenza incarnare la Coscienza del Nuovo Mondo.

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Una volta portate a termine con successo le fasi iniziali del programma, il Servitore scoprirà subito le direttive generali dei livelli intermedi. Potrà rientrare in possesso delle sue facoltà psichiche superiori prima inibite, purché continui a seguire i suoi compiti, adempiendo ai propri doveri con motivazioni completamente altruistiche. Svilupperà di nuovo la capacità di maneggiare le forze segrete della Natura, potendo così ricominciare a mostrare a tutti la sua funzione principale di agente divino sulla Terra.
A questo livello, i Servitori possono proseguire la loro missione in occulto, sui piani segreti della vita. Diverranno consapevoli di come, invocando alcune forze benefiche, siano in grado di produrre correnti energetiche che migliorano le condizioni della vita, e di dare vita a forme-pensiero su quei piani superiori dove ora sono del tutto assenti le proiezioni mentali ed emozionali dell’umanità, quasi tutte dense e materiali. Le vibrazioni spirituali elevate, molto più sottili e penetranti di quelle in media prodotte dal genere umano, hanno durata di gran lunga maggiore e un assai più ampio spettro di influenza nella loro capacità di benedire e curare il mondo. 

Inoltre, le frequenze superiori che caratterizzano la coscienza di tutti i Servitori risvegliati hanno effetti positivi anche sui campi di energia sottile della Terra, rendendoli pronti per il momento dell’ascensione dell’umanità, quando cioè gli abitanti del Pianeta si armonizzeranno a - e trarranno beneficio da - queste sfere a loro destinate. La creazione di energie eteriche, astrali e mentali positive è un servizio fondamentale, e questo lavoro esoterico così silenzioso è parte vitale del dovere dei Servitori verso il nostro mondo.
I Servitori che si stanno oggi risvegliando possono trarre coraggio dal sapere che l’incremento e il potenziamento di quella grande riserva di forza spirituale, alla quale automaticamente contribuiscono per via della loro indole e del loro comportamento benevoli, rappresenta in un certo senso il loro maggiore compito prima della Chiamata finale al Tempo del Raccolto ed è, in parte e di per sé, un adempimento del loro programma.
I Servitori privi di conoscenza delle leggi occulte potrebbero non riuscire a capire che, se i risultati immediati del lavoro esoterico - conscio o inconscio - possono passare inosservati per la maggior parte degli esseri umani, gli effetti dell’irraggiamento di energie positive dai piani superiori continueranno a riverberare attraverso le sfere del pianeta Terra per generazioni, benedicendo e risvegliando anche quanti non hanno una particolare disposizione verso ciò che è spiritualmente benevolo. L’invisibile attività metafisica di un Servitore è in realtà una delle più elevate forme di meditazione occulta, da sempre praticata da ogni agente del Piano Divino nel corso della storia dell’universo. Il lato segreto di questo tipo di servizio può essere quindi apprezzato in quanto ha un significante valore cumulativo, e costituisce una parte fondamentale del complesso di azioni amorevoli che possono essere compiute seguendo le direttive del programma personale.












mercoledì 17 settembre 2014

AGENDA 21


AGENDA 21

Continua 
lo scempio delle irrorazioni 
chimiche in atmosfera:
eccone le  vere motivazioni




Traggo volentieri questo articolo
dagli amici del sito www.tankerenemy.com  che, grazie alla
recente pubblicazione di un nuovo volume sulla geoingegneria clandestina dell'autore Mark Rich,
ci offrono la possibilità di comprendere
lo scopo
delle irrorazioni chimiche sui nostri cieli. 
Qui di seguito la presentazione del libro ad opera di 
Andrea, un amico e lettore del sito in questione.
Già il titolo del libro, "Geoengineering, sabotage and human extermination" (Il sabotaggio del pianeta attraverso la geoingegneria e lo sterminio dell'umanità), risulta esplicito!
Pur riconoscendo infatti che le operazioni chimico-biologiche
sono obiettivo di strategie militari e civili,
l'autore focalizza l'attenzione sul lento e inesorabile genocidio che i "padroni del mondo" stanno perpetrando ai danni di una popolazione per lo più ignara. E' un'ecatombe ottenuta soprattutto mediante la sterilità maschile e femminile. Il ricercatore merita dunque il nostro plauso per il suo coraggio oltre che per la competenza che dimostra all'interno di un saggio, le cui conclusioni, tra l'altro, sono in linea con quelle di altri scienziati ed investigatori indipendenti.






Aerosol mortali, che avvelenano l'aria, l’acqua, il suolo ed il cibo, sono diffusi nella biosfera sin dalla fine degli ‘40 del XX secolo. Il programma, noto come geoingegneria clandestina, è stato implementato dai fautori dell’eugenetica. Questi delinquenti sono determinati a sabotare deliberatamente il già martoriato pianeta e decisi a commettere uno sterminio di massa. 

Avvelenando le risorse naturali della Terra, le scie chimiche offrono un strumento per la depopulation. I riscaldatori ionosferici, usati in concomitanza con la geoingegneria illegale, consentono la creazione di siccità artificiali e di alluvioni che stanno colpendo molti paesi. Le chemtrails hanno innescato un fatale circolo vizioso e stanno portando la Terra verso la catastrofe. Gli attacchi meteorologici e climatici sono una stratagemma per instaurare un “feudalesimo planetario” noto come “Agenda 21”. [1] 

Con politiche repressive e con la crisi economica indotta, le élites intendono impossessarsi delle proprietà private ed imprigionare le persone, ridotte alla miseria, in megalopoli caotiche e malsane. 

[1] “Agenda 21”, ossia azioni da intraprendere nel XXI secolo, è una scellerata iniziativa dell’O.N.U. (Organizzazione dei nazisti uniti) che, dietro il paravento della necessità di promuovere uno “sviluppo sostenibile” nel mondo, attua progetti di depopulation e di sfruttamento di interi paesi. Il tutto, come sempre, con il patetico pretesto del riscaldamento globale, attribuito alle emissioni in atmosfera di biossido di carbonio.